CATERINA CIVALLERO

E MARIA LUISA ROSSI

 

M. L. ROSSI 338 4677587

C. CIVALLERO 339 1461010  

 

 

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ANNIDAMENTO

24-01-2022 10:47

Civallero Caterina e Maria Luisa Rossi

News, Salute e Benessere, SINDROME DEL GEMELLO, ANNIDAMENTO, gravidanza, utero, gestazione, embrione,

ANNIDAMENTO

«l’embrione, fin dal suo primo impianto, invia proprie gittate cellulari nel tessuto uterino che distruggono l’endometrio materno ed aprono delle vere e proprie

 

 

 

 

annidamento

 

 

 

 

 

 

 

In embriologia, in merito alla teoria delle gravidanze gemellari, esistono attualmente due scuole di pensiero: una stima che i concepimenti multipli siano non più del 30%; l’altra azzarda che questo fenomeno abbia un’incidenza che può arrivare all’80% dei casi complessivi. Entrambe concordano che nella quasi totalità delle gravidanze sopravvive uno solo dei gemelli e gli altri embrioni vanno incontro a morte prima o poco dopo l’annidamento.

L’annidamento è quel processo biologico aggressivo in cui l’embrione si attacca alla parete uterina, ed è un passaggio vitale molto precario dello sviluppo embriologico. L’aggressività è insopprimibile, è insita nella natura. Molti ricercatori e studiosi si sono occupati dello studio dell’aggressività umana.

Etnologi, antropologi e psicoanalisti concordano che l’aggressività umana è innata, predeterminata filo-geneticamente, programmata come un istinto primario. I filosofi e gli ideologisti ritengono, invece, che l’essere umano nasca privo di istinto aggressivo e che questo sia generato unicamente dalla frustrazione o dal condizionamento sociale.

Chiunque abbia ragione non nega comunque che il primo atto aggressivo coincide con l’inizio stesso della nostra vita: lo spermatozoo quando incontra l’uovo libera enzimi litici che distruggono la superficie di rivestimento dell’uovo stesso. Lo spermatozoo scioglie letteralmente l’involucro dell’uovo per entrarvi dentro e rilasciarvi il materiale genetico che darà inizio alla trascrizione della vita. Con questo atto lo spermatozoo muore e inizia all’interno dell’uovo una magica sequenza di movimenti che ancora oggi spingono i ricercatori a porsi domande e ipotesi.

Il Dottor Nicola Peluffo, Prof. Emerito dell’Università di Torino, già docente della cattedra di psicologia dinamica presso lo stesso ateneo, nel suo Micropsicoanalisi dei processi di trasformazione dato alle stampe nel 1976, definisce questa dinamica “l’innesto” e utilizza il termine “ospite” per definire il ruolo dell’utero della madre. In questa fase molto delicata, spiega che affinché essa non gestisca il figlio come un corpo estraneo, quale geneticamente è, deve manifestarsi fra i due una tolleranza psicobiologica e immunitaria.

Per la biologia evoluzionista, nella persona del Dottor David Haig, biologo di Harvard, la gravidanza è un processo che non si svolge in perfetta armonia. Haig sostiene, confermando dunque le osservazioni fatte sul versante psichico dai micropsicoanalisti, che madre e feto ingaggiano una lotta inconscia per il nutrimento e per la reciproca sopravvivenza, e cerca di dimostrare come il feto possa essere considerato un allotrapianto (aggressivo) in tutti gli stadi della sua esistenza.

Anche se ogni gravidanza è inevitabilmente una sfida alle difese immunitarie della madre, poiché

 

«L’embrione, fin dal suo primo impianto, invia proprie gittate cellulari nel tessuto uterino che distruggono progressivamente l’endometrio materno e aprono delle vere e proprie bocche di pompaggio nei vasi materni».

 

Occorre dedicare spazio al senso reale di quanto accade nell’utero.

Per essere sicuri di cogliere al meglio la realtà non è sufficiente guardare un’immagine, occorre mettersi dentro l’immagine, viverla, sentirla, verificarla. Questa descrizione del figlio che aggressivamente ci invade come un alieno ci lascia perplesse.

È un fenomeno dettato dalla natura che stabilisce che l’endometrio, ovvero la membrana spugnosa di rivestimento interno della parete uterina, si rigeneri ogni mese affinché l’embrione possa attecchire facilmente. L’endometrio è predisposto a staccarsi e a eliminarsi insieme al mestruo ogni mese, affinché ogni volta sia rigenerato, rinnovato, pronto e soffice per accogliere il probabile futuro nascituro. È un atteggiamento biologico molto premuroso verso la vita. È come se l’utero della madre venisse tappezzato a nuovo ogni mese per offrire il massimo comfort possibile. In una stanza biologica arredata con tanta attenzione si fa fatica a vedere l’embrione in annidamento come un aggressore, e benché questa immagine di reminiscenze intrauterine abbia dato spunto alla creazione di famosi film e produzioni letterarie di fantascienza, resta di fatto che l’embrione, soprattutto nelle prime due settimane di vita, ha una struttura e una misura tale che potremmo paragonarla, in scala, a un decimo dell’involontario graffio che un gatto può causarci mentre giochiamo con lui.

Ma poiché i nostri più grandi dolori psichici sono i lutti, ovvero la perdita delle persone amate, la perdita del nostro amato fratello lascia in noi una traccia indelebile perché diventa il nostro primo grande lutto.

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