CATERINA CIVALLERO

E MARIA LUISA ROSSI

 

M. L. ROSSI 338 4677587

C. CIVALLERO 339 1461010  

 

 

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IL TEMPO

09-02-2020 16:52

Civallero Caterina e Maria Luisa Rossi

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IL TEMPO

Da DOPPI PER ESSERE UNICI di CATERINA CIVALLERO e MARIA LUISA ROSSI

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Da DOPPI PER ESSERE UNICI il nuovo libro

di Caterina Civallero e Maria Luisa Rossi 

 
«Da quando ho chiesto al tempo di essere meno lento, 
adesso chiedo a me di stare al passo,
 ma non ci riesco».
ULTIMO, pseudonimo di Niccolò Moriconi 
 

      

      La concezione di tempo esiste dall’antichità e ha sempre suscitato in scrittori, scienziati e filosofi argomento di cui discutere. Di per sé il tempo è stato "creato" dall’essere umano per rendere più semplice la gestione della società: c’è sempre stata la necessità di avere un calendario da seguire, che fosse in qualche modo collegato anche agli oggetti celesti (come a esempio la Luna). 

C’è chi, come Leopardi, affida al tempo una concezione decisamente negativa: nel celebre "Sabato del villaggio", lo scrittore invita a godersi quella giornata, poiché la Domenica rappresenta la preparazione all’inizio della settimana, con tutte le fatiche e i lavori che ne conseguono. 

C’è chi, d’altra parte, vede nel tempo un motivo di gioia: basti pensare a una festa di compleanno, a un anniversario, o alle nozze d’argento e d’oro, per pensare a quanto tempo due persone siano riuscite a vivere insieme. 

È interessante vedere come la mente subisca lo scorrimento del tempo: una notte in cui si dorme scorre così velocemente per la mente e altrettanto per il corpo; una giornata in cui ci si annoia passa sempre lentamente; una giornata in cui ci si diverte passa inesorabilmente troppo velocemente. 

     La questione è: siamo sicuri che il tempo sia assoluto? Penseremmo alle lancette di un orologio che scorrono sempre nello stesso modo e tutti risponderemmo di sì. Ma se andassimo a studiare alcune delle teorie di Einstein sulla relatività generale, scopriremmo che un orologio posto su una navicella spaziale lanciata ad altissima velocità segnerebbe uno scorrimento più lento del tempo, a seconda del sistema di riferimento in cui si trova.  

Ci concentriamo sempre sulla sensazione, e spesso sulla convinzione, di essere vittime e strumenti del tempo, che il tempo si diverta a giocare con noi e che poi si allei con la morte biologica. Anche quando parliamo di modalità gemellare corriamo questo rischio, e forse è proprio il rendere il tempo una "creazione" separata dal nostro "essere" che ci porta alla vulnerabilità. 

Noi abbiamo inventato il tempo e dunque esso co-esiste con la nostra mente: sta solo a noi saperlo utilizzare come uno strumento e non abbandonarci a lui, pensando di esserne vittime senza via di fuga tenendo presente per il gemello che è noi, e per noi che siamo il gemello, il tempo è un accordo, o una sfida, che si inscena su un campo senza tempo. Che sia alleanza o duello la coppia "io e il gemello che resta" è la coppia per definizione, ed è la coppia matrice di ogni coppia che nella vita costituiremo. 

Come ogni alleanza, o combattimento formalizzato, la costruzione del "Noi" la sua integrazione e la sua stabilizzazione, scaturiscono per la difesa di un onore che va attribuito, condiviso e riconosciuto. Io e il gemello siamo armati e dotati inizialmente allo stesso modo, ma qualcosa di naturale e feroce stabilisce che solo uno dei due varcherà la soglia di quello spazio che noi definiamo con in nome di tempo. L’altro resterà al di là della soglia, o del velo se si preferisce come immagine da visualizzare, e resterà per sempre unito a noi in una equazione bidirezionale. Io e il gemello saremo come Paride e Menelao, come Ettore e Achille, come Calvin e Hobbes, come il Dott. Jekyll e Mr. Hyde. 

     Il cantante Claudio Baglioni, nel suo brano dal titolo "Via" colora con le parole e la musica un’immagine molto bella: "...e come in un duello far dieci passi e poi guardarci per l’ultima volta e via...". 

Il contatto concreto, quello che avviene in utero, con il gemello ha un tempo. Questo contratto ha una durata che dipende dal tempo, ma da un tempo che ha una misura differente dalla misura che gli attribuiamo noi. Il tempo gemellare è una vortice energetico che ingloba in se emozioni, ricordi, esperienze.    

     L’imprinting energetico vibrazionale elettromagnetico che riceviamo in utero, vivendo la nostra fase di formazione insieme, registra nella nostra esistenza un messaggio indelebile. Il distacco è un distacco apparente, e quell’ultimo sguardo e poi via è lo start di un percorso infinito teso al potersi ritrovare. 

     È proprio il distacco a creare la necessità primigenia di cercare per sempre di ritrovare il contatto e chiudere il cerchio. Il gemello che non nasce sopravvive a dispetto del tempo e delle leggi della biologia. La sua esistenza va oltre a ogni cosa, e probabilmente la precede, ci orienta come una bussola, e ci condiziona inevitabilmente in ogni relazione.        

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